Edizioni d’If, Napoli, 2010.
Lecture d’Angèle Paoli
Ph., G.AdC LIE-MOI SERRÉE À TA VOLONTÉ NUE Une poésie exigeante que la poésie de Rita R. Florit « Ho fuoco in abbondanza e mi devasta e offrirtelo decuplica la pena ». « J'ai feu en abondance, il me dévaste et te l'offrir décuple ma peine ». Feu de la passion et feu du tourment traversent le recueil d'une page à l'autre, innervent les vers et alimentent l’art poétique de ce petit opus, précieux comme un « coffret de santal » empli de fragrances rares. Par quels chemins obscurs et lumineux à la fois se fait la traversée poétique chez Rita R. Florit ? Incantation à l'amant, Passo nel fuoco est une invitation incandescente à chercher au centre de la plaie la clé d'une passion dévorante toujours en éveil. Ce cheminement exacerbé est aussi celui dont la poète lit et dit les involutions en même temps que les craintes et les peurs. La chair précieuse se déplie et s’enroule, les circonvolutions du plaisir ouvrent la voie à des cieux infernaux et la nuit dévide son fil autour des amants endormis. À contre-courant des tentatives formelles de la poésie contemporaine, la sensibilité poétique de Rita R. Florit s'inscrit, me semble-t-il, dans la filiation pétrarquisante d'une Gaspara Stampa ou d’une Louise Labé. Chez Rita R. Florit domine la musicalité normée de l’alexandrin ou de l'endécasyllabe qui s'accommode bien de formes brèves, quatrains, huitains, quintils ou sixains. Et si l’on peut parler de modernité, c’est ailleurs qu’elle se lit. Dans le souci de sculpter le poème dans les spirales habilement chantournées de l’Éros. Ou dans les écarts de vocabulaire dont Rita R. Florit nourrit son esthétique de l’amour. Ainsi, au détour d'un vers, voisinent tournures anciennes et technolecte scientifique. La proximité de ces extrêmes crée surprise et dépaysement littéraire. Et la quintessence de cette poésie raffinée se lit dans le creuset des volutes charnelles qui appellent le désir. Les délices du plaisir se nourrissent aussi du tourment qu’il fait naître. Le feu est là, source qui attise les appels de la chair, fleur et braise ; cendres et bûcher que la voix de l'amant, gerbe de flammèches vives, suffit à ranimer. Car l’amante s'abreuve à leurs brûlures. Son chant implore l'amant de faire d’elle l'alliée de son désir : |
RITA R. FLORIT ■ Rita R. Florit sur Terres de femmes ▼ → D’effimero oblio → I giorni accatoni → Imus (extrait de Nyctalopia) → [Strazio il mio verso] (extrait de Passo nel fuoco) → (dans l’anthologie poétique Terres de femmes) Varchi del rosso → (dans la galerie Visages de femmes de Terres de femmes) le Portrait de Rita R. Florit (+ un extrait de Lezioni inevitabili) ■ Voir | écouter aussi ▼ → (sur Imperfetta Ellisse) le poème Varchi del rosso (+ une lecture-vidéo par Enrico Frattaroli) → (sur Imperfetta Ellisse) d'autres poèmes de Rita R. Florit |
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"La chair précieuse se déplie et s’enroule, les circonvolutions du plaisir ouvrent la voie à des cieux infernaux et la nuit dévide son fil autour des amants endormis."
Omaggio molto bello il tuo, Angèle, alla poesia di Rita Florit
Alfredo
*
La poesia di Rita R. Florit, lo si può intuire, non è abbandono sensuale; è sforzo incessante per decifrare il mondo “spando dal cuore \ notturne sillabe sonore”, uno sforzo che si paga quando il cuore diventa “l’organo del desiderio” e della volontà. "La poesia è una visione del mondo raggiunta con uno sforzo, talvolta estenuante, della volontà”. Fatica “del vivere col cuore divorato \ contratto espanso dilatato in sangue”, perché “le aperture del sangue e quelle del senso sono le stesse”. Un senso che non è più solo ideale e un corpo che non è più solo sensuale. Senso che libera il corpo e corpo che libera il senso. Corpo sensoriale e senso corporale. È nel corpo che si ridisegnano i confini del senso, mai definitivamente perduto perché nascosto nella parola che qui manca per riaffermarlo: desiderio.“Mani mi ridisegnano i confini \ da nuove agrimensure ritemprata”, a riaffiorare il desiderio sopito avido di vita e di parole e di respiri soffocati da respiri. Solo il nudo desiderio che s'interna.
"il sangue fonda e l'addolcisca amore
di me sigillo imprimi sul tuo cuore.”
da "lessness" http://www.edizionidif.it/archives/000358.html
Rédigé par : alfredo | 20 octobre 2010 à 20:57
Angela cara,
Hai scritto parole bellissime ritraendo alla perfezione non solo la mia poesia ma le sue profonde radici, la ricerca sulla lingua che mi sforzo di perseguire, il fervore che la anima... restituendola al lettore con una lingua ricercata e accativante... con sensibile competenza e grande attenzione. Il fuoco è anche nel ricercare... tu sai.
Grazie infinite amica mia, la tua amicizia e la tua stima mi onorano.
rita
Ps: ringrazio qui anche Guidu per la bella immagine che saputo abbinare al testo.
Rédigé par : rita | 21 octobre 2010 à 14:31
LEGAMI STRETTA AL NUDO TUO VOLERE
Una poesia esigente quella di Rita R. Florit. Un poesia minuziosamente cesellata nella linea del poeta-orafo Pierre-Jean Jouve di cui è lettrice appassionata. Passo nel fuoco, nuova raccolta della poeta italiana, offre poesie cesellate all'oro fino, nella continuità di spirito e di immagini di Varchi del rosso. Poesia carnale dove l'incarnato della sensualità proietta il suo splendore su ogni poesia dove si dice il desiderio, la poesia di Regina R. Florit è ossessione del fuoco. Il fuoco della carne.
« Ho fuoco in abbondanza e mi devasta
e offrirtelo decuplica la pena ».
« J'ai feu en abondance, il me dévaste
et te l'offrir décuple ma peine ».
Fuoco della passione e fuoco del tormento attraversano la raccolta da una pagina all'altra, innervano i versi e alimentano l'arte poetica di questo piccolo opus, prezioso come un “coffret de santal” riempito di fragranze rare.
Attraverso quali sentieri oscuri e luminosi al tempo stesso ha luogo la traversata poetica da Rita R. Florit? Incantesimo per l’amato, Passo nel fuoco è un invito incandescente a cercare al centro della piaga la chiave di una passione divorante, sempre all’erta. Questo cammino esacerbato è anche quello di cui il poeta legge e dice le involuzioni e al contempo timori e paure. La carne preziosa si spiega e s’avvolge, le circonvoluzioni del piacere aprono la via a cieli infernali e la notte dipana il suo filo intorno agli amanti addormentati.
Controcorrente rispetto ai tentativi formali della poesia contemporanea, la sensibilità poetica di Rita R. Florit si iscrive, credo, nella filiazione petrarchizzante di Gaspara Stampa o di Louise Labé. In Rita R. Florit domina la musicalità della forma chiusa dell'alessandrino o dell'endecasillabo che ben s’adatta alle forme brevi, quartine, ottave, stanze o sestine. E se si può parlare di modernità, questa si legge altrove. Nella preoccupazione di scolpire la poesia nelle spirali abilmente intagliate dell’Eros. O nelle biforcazioni del vocabolario di cui Rita R. Florit nutre la sua estetica dell'amore.
Così, nella sinuosità di un verso, convivono forme antiche e tecnoletto scientifico. La prossimità di questi estremi crea sorpresa e spaesamento letterario. E la quintessenza di questa poesia raffinata si legge nel crogiolo delle volute carnali che accendono il desiderio. Le delizie del piacere si nutrono anche del tormento che il desiderio fa nascere. Il fuoco è là, sorgente che fa ardere la carne, fiore e brace; ceneri e rogo che la voce dell'amato, fascio di fiamme vive, basta a ravvivare. Perché l'amante si abbevera alle loro ustioni. Il suo canto implora l'amato di fare di lei l'alleata del suo desiderio:
« Legami stretta al nudo tuo volere
perfetto raggio di fulminea cura. »
« Lie-moi serrée à ta volonté nue
rayon parfait de foudroyant souci. »
Con questa raccolta, Rita R. Florit ha vinto il Premio letterario “I miosotìs” 2009/10.
Angèle Paoli
Rédigé par : alfredo | 21 octobre 2010 à 16:23
Avevo immaginato di fare la traduzione e di proporla a Rita. Ma l'hai fatta tu, Alfredo, e ti ringrazio tanto.
Non c'è un'altra parola per "ouvragée"("cesellata") ? Viene ripetuta due volte a due linee d'intervallo, precisata la seconda volta dall'espressione "all'oro fino". Non ho ancora avuto tempo di cercare !
Rédigé par : Angèle Paoli | 21 octobre 2010 à 22:31
Giusta osservazione, ma credo che la ripetizione, poiché va nel dettaglio: “cesellata all’oro fino”, non appesantisce il discorso, ma lo completa, lo rafforza. “Ouvragée” si potrebbe tradurre con “minuziosamente lavorata”, ma non mi pare appropriato; d’altra parte in italiano si dice “cesellare una frase”. “Cesella” chi scrive finemente e accuratamente, quindi mi pare il termine più consono.
Les répétitions sont parfois nécessaires dans une langue : « qui appellent le désir » « les appels de la chair »; in italiano c’erano soluzioni diverse, quindi ho preferito non ripetere.
In ogni caso si può sempre fare meglio e “rifinire il testo”. È semplicemente un commento, e quindi senza pretese. Sicuramente ci sono periodi e espressioni non sufficientemente corrette.
E, infine, ognuno ha una propria percezione della lingua, che per altri è stridente.
Salut
alfredo
PS: et quand écriras-tu sur mes poèmes? - :))))
Rédigé par : alfredo | 22 octobre 2010 à 14:45