Ph., G.AdC LA MENTE IRRETITA Ho percorso solo con gli occhi quei confini delle nuvole che il sole orla di luce ma il pensiero non riesce a seguire perché sono sentieri che non hanno neppure rarefatte apparenze di una meta. Per questo li ho precorsi. Sarebbero ― lo so ― stati soltanto vagabondaggi dove, piuttosto che trovare, lasciare tracce appena di leggeri passi e non sarebbe servito a nulla abbondonare ciottoli bianchi per segnare il ritorno. Necessaria imprudenza, ma tornare ― si sa ― è un po’morire in una quiete che non sai volere. Quei confini che la mente irretiscono sarebbero stati forse il luogo giusto dove innalzare la parola come un’insegna luminosa, alta. O forse ― chi lo sa ? ― potevano essere il faro di un approdo senza ancora, senza gemere di catene, ma pure ― sono certo ― senza navi.
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■ Michele Tortorici sur Terres de femmes ▼ → Vicino al faro (+ notice bio-bibliographique rédigée par Danièle Robert) → La cala di Zaccu (poème extrait de Viaggio all’osteria della terra. Traduit de l’italien par AP) ■ Voir aussi ▼ → (sur le site des éditions vagabonde) la préface de La Pensée prise au piège, par Danièle Robert → le site personnel de Michele Tortorici |
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